Stagione nuova ma tradizione antica. Costretti a rinunciare a diversi elementi di peso, i Bersaglieri vogliono comunque restare nei piani alti del rugby italiano puntando a trovare nei ragazzi cresciuti con la maglia rossoblù cucita addosso nuovi pilastri su cui costruire il futuro e dare nuovamente l’assalto allo scudetto.

Anche per questo sarà una stagione molto importante per Nicola Quaglio e Matteo Ferro. Il primo, pilone ventunenne, figlio e nipote d’arte (il nonno Isidoro vanta 15 caps con l’Italia, il papà Mauro 3), ha passato l’estate in Sudafrica a studiare e respirare rugby nell’academy di Western Province per presentarsi più maturo fisicamente e tecnicamente ai nastri di partenza di una stagione che vedrà Rovigo inserito nel girone 2 di Amlin Challenge Cup assieme a Perpignan, Worcester Warriors e Bizkaia Gernika.
 

Polla Roux, coach sudafricano dei Bersaglieri, ha seguito da vicino l’esperienza di Quaglio: “Mi hanno riferito che ha giocato bene in mischia chiusa”, le parole del coach dei rossoblù, che proprio in mischia ordinata hanno sofferto particolarmente nelle ultime stagioni. “Ha fatto progressi non solo fisicamente, ma anche culturalmente e mentalmente. La mia speranza è che possa trasmettere ai suoi compagni di squadra l’atteggiamento e l’attitudine professionale che ha trovato in Sudafrica. Quando si vivono certe esperienze l’importante è far proprio l’approccio al lavoro e il modo di pensare che hanno l’opportunità di conoscere”.
 

I giovani in rosa, come detto, sono tanti e spesso in ruoli chiave. Come la cerniera 8-9-10 che dovrà costruire il gioco d’attacco. “Duca all’apertura ha esperienza – ha spiegato Roux nel primo giorno di allenamenti della squadra -. Ha già giocato ad alto livello numero dieci, sia a Treviso che a Venezia. E poi tutte le altre squadre sono nella nostra stessa situazione”. In questa stagione, infatti, le squadre di Eccellenza potranno schierare all’apertura solo giocatori eleggibili per la nazionale azzurra. Una regola creata ad arte per provare finalmente a costruire in casa un numero dieci che possa garantire la copertura del ruolo anche all’Italia nel prossimo futuro.
 

“Calabrese come mediano di mischia mi piace, ha carattere. E poi abbiamo anche Wilson, che ha ritrovato fiducia dopo un avvio così così”, ha spiegato ancora Roux, che poi ha consegnato a Matteo Ferro la maglia numero 8: “Per me è pronto per giocare da titolare. E’ il suo momento, non ci sono in Italia giocatori con la sua qualità e la sua potenza”.
 

Parole che il diretto interessato, cresciuto proprio nelle giovanili del Rovigo e nelle ultime due stagioni già aggregato alla prima squadra, ha accolto con grande entusiasmo ma con la testa ben salda sulle spalle: “Sarà sicuramente una grossa responsabilità, ma la vivo tranquillamente perché con la fiducia dei compagni e dell’allenatore sarà tutto più facile. Essendo un giocatore di Rovigo per me è ancora più emozionante giocare da titolare in questo ruolo. Il mio obiettivo principale è quello di conquistarmi la fiducia ed il rispetto di tutti, dimostrando in campo il mio valore. La voglia di superare gli avversari palla in mano penso sia un mio punto di forza, ma devo migliorare sotto il profilo atletico e fisico”.
 

Anche per quello che attende la squadra, Ferro ha le idee chiare: “L’obiettivo minimo per il Rovigo deve essere la qualificazione alla semifinale di Eccellenza. Una volta raggiunta, sognare lo scudetto non costa nulla …”